sabato 22 febbraio 2014

RetroGame Night Live - Combat Game, il videogioco delle Bull Boys


“Con le scarpe di Bull Boys, hai in regalo il videogame, corri presto, corri dai, che puoi scegliere tra sei!”. Magari avevi già riposto il ricordo, ma ora ti ritrovi a canticchiarlo come fosse un qualsiasi 1995… Quando con un lavoro di marketing e foundraising stressante hai convinto tua mamma a comprartele. In un tempo in cui le scarpe di marca erano da figli di ricchi viziati, e le scarpe erano rigorosamente bianche – perché, poi, ti chiedi ancora oggi? – te ne sei tornato a casa con la scatola rossa, con all’interno le tue Bull Boys. Nere. Prime scarpe nere. 36, per la prima volta. Con le luci. Tiè.


Certo… Per affrontare la spesa hai dovuto promettere di tenerle fino ai trent’anni, cosa che – purtroppo – non è stata così…

Si, è quello nuovo... Ma è ganzo comunque!

Se vai a guardarti i pregi delle Bull Boys erano innumerevoli. L’immagine intanto. Spaziale il logo, che poi negli anni è cambiato. Ma sempre quello che serve per farti sentire il decenne più ganzo del cortile.


Poi c’erano le luci. Uno sfarfallio ad ogni passo che dopo una settimana già la scarpa sinistra si era scaricata. Perché la sinistra? E’ una di quelle domande che la scienza non ha saputo rispondere e ne sono nati culti e teorie arcane. Poi c’era anche il modello con la linguetta luminosa con un leone tigre e gli occhi di laser. Ce l’aveva l’Ale, mica tu… le tue erano fichissime. Nere. Aspetto vagamente ortopedico e luci rosse strobolaser sotto il tacco.
Fino a qui ti sembra un episodio di Azzurro Polini (te lo sei letto, vero, il romanzo a puntate che ti porta nel 1997?), ma allora perché in Retrogame Night Live? Perché il reale motivo per cui volevi le Bull Boys era il videogioco in regalo, come prometteva il jingle “hai in regalo il videogame”! La cosa falsa era che potevi scegliere. Infatti una commessa annoiata del negozio di scarpe te ne tirava fuori uno a caso da sotto il bancone e ce lo piazzava nella scatola. E quando hai chiesto di scegliere ti sei beccato uno sbuffo e poi la assolutamente disinteressata commessa ha fatto finta di non sentirti…


Chissene del pallone! Vogliamo ivideogiochi!

Il videgioco era uno di quegli lcd economici tipici degli anni ’90. C’erano i costosissimi quanto inutili Gig Tiger, che portavano la linea dell’esclusione sociale a dividere te e “bambini ricchi viziati” e tutte le cinesate con i vari sport, avventure, giochi… Ma tipo dal curling ai ninja contro i dinosauri… No, ecco a proposito di videogiochi… I titoli della Bull Boys erano cose tipo Ninja, Dinosaur Battle… Si, occhei, ninja era fico, ma i dinosauri che si prendevano a sassate forse vinceva… A te è toccato Combat Game: qualcosa come nazisti contro vietcong disegnati a membro di segugio.

No, ecco... No...

La struttura è semplice: destra sinistra, spara e tre tasti. On Off, togli audio e il misterioso ACL che solo ieri hai capito che serve a resettare, per anni era il tasto che “accendeva tutti gli lcd”. Fatto sta che, qualunque sia il titolo, ti muovi a destra e sinistra e spari ai nemici che, con la dovuta fantasia, dovrebbero muoversi verso di te. Certo che oggi abituato ai 75fps hai perso la fantasia. Quindi sono solo led con la forma di soldati disegnati male che appaiono e scompaiono qua e là. Così. Per giusto per non farti capire. Livello 2. Uguale al primo. Ma stavolta i nemici sparano. Livello 3 uguale al 2 ma stavolta hai degli alleati dalla parte opposta dello schermo che non devi colpire, quindi attento a non sparare a vuoto! Che poi tanto i nemici ti scompaiono all’improvviso e tu ti incazzi come Godzilla con la gastrite. Dal livello 4 in poi è tutto uguale… Aumentano gli alleati, da lasciarti meno margine d’errore e aumentano i nemici. Tutto qui. Ma che ci frega a noi. Questo è il 1995, baby, e siamo qui per spaccare culi!


Ah, e poi sorpresa da bruschetta nell’occhio... Te ne eri dimenticato ma sul retro ci hai attaccato questa figurina olografica di quello che forse è il miglior Batman di sempre… Togliendo Adam West, certo…

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