venerdì 20 settembre 2013

Guarda che gli mancan diversi venerdì - Thank you mister Yamauchi! Your quest is over.


Se n’è andato, ieri, Hiroshi Yamauchi, ovvero lo storico presidente della Nintendo. Visto che a noi, manica di regazzini ottobittari (si, ok, anche i sedicibittari più giovani…), ci ha regalato ore su ore di gioco, un paio di righe sulla sua bizzarra ed eroica storia se li merita. […]


L’infanzia
Hiroshi nasce a Kioto nel 1927. A dodici anni abbandona gli studi per lavorare nelle industrie belliche della città, essendo troppo giovane per combattere. Il padre, dopo la guerra, abbandona lui e la madre, così viene cresciuto con un’educazione tradizionale dai nonni. Riprende gli studi e si iscrive a giurisprudenza, dove conosce e sposa Michiko Inaba. I nonni si fecero carico delle spese economiche del matrimonio. I soldi non dovevano essere un problema, visto che il nonno Sekiryo Kaneda era presidente della…


La Nintendo playing cards company
Sin dal 1899 la Nintendo (Nin-ten-do Koppai, dove gli ideogrammi significano fortuna - paradiso - sala, che nell’insieme starebbero a significare “ il luogo in cui metti la tua sorte nelle mani di Dio) era una fabbrica di carte da gioco molto popolare in Giappone. L’azienda aveva un lato oscuro: le carte sono collegate al gioco d’azzardo, in Giappone severamente vietato, quindi era associata con la Yacuza che gestiva il giro. In 20 anni di attività il business si era ingrandito non di poco: Nintendo aveva il monopolio delle carte occidentali in Oriente, che si trovavano persino nei pacchetti delle sigarette, grazie a un accordo tra Fusajiro e la Japan Tobacco & Salt Public Corporation.


Una nuova presidenza
Sekiryo, ebbe un ictus nel 1949 e l’unico suo erede era Hiroshi. Hiroshi entrò così immediatamente alla presidenza della grossa azienda, senza esperienza e dovendo abbandonare l’università. Ma non mancavano le idee chiare e il coraggio. Chiese al nonno, infatti, di poter licenziare chiunque fosse in disaccordo con le sue posizioni; il nonno, in punto di morte, glielo concesse. Pochi mesi dopo saltarono le teste dei vecchi manager e dei vecchi lavoratori, rimpiazzati da giovani. E la storia gli ha dato ragione. Iniziò a produrre carte da gioco con i cowboy e spopolarono nel gioco del poker, ma il grosso passo lo fece acquisendo i diritti della Disney nel 1959 e vendendo 600mila mazzi di carte. Di ritorno dagli stati Uniti decise che era ora di differenziare il mercato e l’azienda si trasformò nella Nintendo Co. Ltd. E investì in taxi, riso precotto ed alberghi ad ore.


L’era digitale
Atari e Magnavox già vendevano le consolle casalinghe. Nintendo acquistò i diritti per la vendita della Magnavox Odyssey in Giappone. Ma non era sufficiente, così sviluppò il suo Color TV Game 6, e negli anni a seguire dozzine di aggiornamenti e revisioni della prima versione. Approda sul mercato americano dei cabinati con Radar Scope, Space Fever and Sheriff e fu la prima azienda ad avere tre centri di ricerca e sviluppo in competizione tra loro per ottenere il massimo. E il massimo si è avuto con un kit che convertiva il cabinato di Radar Scope in… attenzione… DONKEY KONG. Il resto è leggenda.





Nel 2002 si è ritirato dalla presidenza ed ha gestito una fondazione per il recupero dei templi di Kyoto.

2 commenti:

  1. Doc Kram, ti sfido... anche se c'entra poco come commento a questo articolo: come funzionava il SONIC BADGE?

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    1. Magnifico oggetto del desiderio di noi regazzini la spilla! Ottima questione! Ora, senza cercare notizie nell'intenet ti rispondo, così, a memoria: la spilla , se non sbaglio, veniva regalata con l'acquisto del Game Gear, quello della pubblicità di Zenga (che poi ti domandi come mai il signor Sega abbia detto "no, vabbeoh, mòbbasta consolle..."). La spilla dalle dimensioni di quattro spropositi virgola cinque era di pregiatissima plasticazza ed aveva due led rossi al posto degli occhi di Sonic. Ora, non ricordo se giocando a sonic o se alla spilla facevi vedere la faccia di Zenga, fatto sta che gli occhietti satanici dell'immonda creatura si illuminavano e partiva una melodia tipo carosello infernale. Allora dovevi correre al telefono, chiamare il signor Sega, fargli sentire la melodia, recitare un rosario al contrario, sacrificare un'agnello e eri vincitore. Potevi così portarti a casa Zenga e farlo giocare nel campetto dell'oratorio. Ma il Super Tele dovevi comunque portarlo tu...

      Dimmi se è giusto! E poi dammi anche il tuo parere, visto che ti sei dimostrato gran memorabiliatore di Sonic, sulla recensione del videogame dell'immonda cratura al link: http://doctorkram.blogspot.it/2013/08/retrogame-night-live-sonic-hedgehog.html

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Commenta e ti sarà risposto. Te lo promette il Doctor Kram! Ah, e magari non usare l'anonimato, ma almeno Nome/url, così giusto per...

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