mercoledì 30 aprile 2014

Rush


Ti sei visto il trailer e ci hai fatto alla tivvì: “gli americani che vuoi che ce ne capiscano di formula uno?”. No, lascia stare, che anche se non ne capissero di formula uno ne sanno di cinema così tanto che ti buttano lì un capolavoro, che toh, meglio dei settant’anni di Danny de Vito. Per dire…


Rush, è la storia della rivalità tra Niki Lauda, l’icona nerd e antipatica della formula uno e James Hunt che, per capirci, è il George Best dell’automobilismo. Che poi è una storia che conoscono tutti tranne te… E questo è un bene perché ti tiene incollato allo schermo fino alla fine a chiederti come finirà il campionato. E cazzarola che finale!


I personaggi sono complessi, con luci e ombre, e se tutti i nerd faranno il tifo per Lauda, non è che poi Hunt sia così antipatico, in una storia che vede evolvere il loro rapporto: da quando si fanno il gesto del “supa” ogni volta che si incrociano, a quando vanno a trovarsi a casa per farsi il gesto del “supa” a domicilio. Dei veri nemici/amici come non se ne vedevano da un pezzo, insomma!


Le gare. Beh, quelle sono fichissime. Non stiamo parlando della formula uno di adesso, dove girano con delle Twingo truccate. Stiamo parlando degli anni ’70, dove le uniche regole prevedevano le dimensioni della macchina. Di un periodo che ogni campionato contava più morti che vincitori. Questa era la formula uno. E le auto – che, per inciso, trovi siano le più belle di sempre – rombano e ruggiscono in una danza di morte e precarietà che ognuno affronta a modo suo: Lauda con l’autodisciplina e la tecnica, Hunt sfidando la morte.


Se non lo sapevi, sappilo:


Perfrancesco Favino è Clay Regazzoni, il secondo pilota Ferrari. No, non è Tom Selleck, che te lo chiedevi dall’inizio del film, ma il Libanese di Romanzo criminale. Enzo Ferrari diceva di lui: “Viveur, danseur, calciatore, tennista e, a tempo perso, pilota: così ho definito Clay Regazzoni, il brillante, intramontabile Clay, ospite d’onore ideale per le più disparate manifestazioni alla moda, grande risorsa dei rotocalchi femminili.”.


A proposito di Enzo Ferrari: lo si vede per un secondo, mentre legge un giornale a bordo pista, a Maranello. L’autore è Augusto Dallara. Che ha fatto… Che ha fatto? Ah, già: il padre del megapresidente Leone Stella de “tutti gli uomini del deficiente”.


Un cammeo velocissimo, per gli appassionati, lo fa anche la macchina più assurda di sempre: la Tyrrel P34, ovvero la prima vettura di formula uno a sei ruote. Grazie alle quattro piccole ruote anteriori sembrava avesse più aderenza, ma non è che abbia poi vinto molto… Tanto che la FIA nel 1978 ci fa “mòbbasta, eh…” e ci mette il regolamento che le auto devono averci quattro ruote. Per specificare.


Daniel Brühl, l’attore teutonic/ispanico che fa Niki Lauda non è che sia così brutto: ma per fare la faccia da topo del pilota si è dovuto mettere una particolare dentiera. A rendere belli Chris Hemsworth (James Hunt, ma anche Thor degli Avengers) e Olivia Wild (si, quella di O.C.), invece, non è che servissero poi tutti questi effetti speciali…


James Hunt era davvero un pazzerellone. Qui in un video vero mentre stende un commissario di gara. Campione indiscusso.


Al vero Niki Lauda il film è piaciuto! Il che ti fa pensare che avete gusti simili.


Che fine hanno fatto: James Hunt, si è ritirato presto ed ha fatto tipo l'Aldo Biscardi della formula uno per l'equvalente dell'antenna tre inglese, fino al 1993, anno in cui muore d'infarto per il troppo fumo e alcool. Lauda invece si è ritirato solo nel 1985, anno in cui correva su McLaren, ma poi ha continuato a fare il consulente tecnico per alcune squadre di formula uno. Ma per lo più si occupa della sua compagni aerea Fly Niki. E se il film finisce con Hunt che si bomba una hostess... Beh, in realtà è stato Lauda a farlo, poichè nel 1991 divorzia da Marlene e si sposa con una hostess della sua compagnia.

Voto:


Non ti emozionavi così tanto per la formula uno dai tempi in cui giocavi a Gran Prix 2 e ti dicevi che sarebbe stato impossibile fare un gioco con la grafica migliore. Ma proprio mai.


5 gomme in fiamme su 5!

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