venerdì 9 dicembre 2016
La velocità della luce e altre robe difficili
Più veloce del regionale 10990, più lanciato di Gianni Bugno al Giro d’Italia 1994… E, no, non stai mica parlando del Ciao di Azzurro Polini. Il Doctor Kram ti ci esplora i lati più oscuri della scienza (vabbeoh, questa vedi che poi fa ridere un sacco, quando ci arrivi, ma te la sei giocata così..) in un venerdì scienzo astrocronospaziale. Di che ci parli? Della luce. Che adesso ci fa ridere la cosa del lato oscuro, no? Anzi, nello specifico: a quanto va la luce? Ci fa le penne? “cioè, dai, va abbastanza…” e altre risposte scienze qui a seguire.
Rock me Galileo
Un giorno Galilei, che poraccio, n’aveva passate abbastanza sia con la storia della Terra e del Sole e di chi gira intorno a chi, sia che c’aveva fatto una recensione negativa di Big Bang Theory su Facebook e tutti giù a dirgli buu e mini ciccioli nella cassetta delle lettere, che c’aveva giusto un attimo libero prova a misurare la velocità della luce. Che in effetti nel 1600 Pisa era noiosa che non ti ci avevano ancora mica inventato la fotografia da farci le foto da scemo del kung fu della torre, e allora vai su una collina e provi a misurare la velocità della luce. Prendi una lampada su una collina e mettici uno stagista ad accenderla. Galileo sta sull’altra collina e ci fa “aò, bischero, quando t’appicci la luce, io la vedo arrivare, te faccio il gesto dell’ombrello. Sto a un miglio da te, calcoliamo quanto ci mette ad arrivare la luce ed è fatta!” Cioè, c’ha visto lungo ma non lunghissimo. La luce a fare un miglio ci mette qualcosa come 0.000005 secondi. Nanoprimo più nano secondo meno.E siccome Galileo non c’aveva mica i riflessi di Hulk Hogan c’ha detto che lascia perdere.
Dalla Danimarca col furgone
1676: un tizio danese Ole Rømer, con la passione per l’astronomia, il pandizenzero e il metal pesante, lavorava all’osservatorio Astronomico di Parigi. Ha capito una gran cosa: che Galileo c’aveva ‘na mezza ragione ancora una volta, ma ci voleva un pochino più di spazio (ahahah, oh, anche questa fa ridere un sacchissimo. Ma dopo che lo spazio c’entra di brutto.). Ci fa al suo capo: “so come calcolare la velocità della luce senza autovelox”. Il suo capo gli risponde che gli pareva ‘na mezza cazzata come la settimana scorsa che c’ha messo in allarme la comunità scientifica dicendo che aveva visto Mazinga nel cielo. Ma il capo, un certo popò di accademico Gian Domenico Cassini, c’aveva torto. Poi ha investito in vhs che tanto i dvd non ce li guarda nessuno.
La rotta di Giove in meno di dodici Parsec
Rømer di ritorno da un concerto degli Svartsot c’ha questa fissa: IO, una luna di Giove, lontana abbastanza da poter misurare la velocità della luce con il cronometro del Dash. Senti un po' che ragionamento: siccome su IO l’elttricità costa un renzo, mica è luminosa. Eh, chiaro, come ogni luna la vedo perché la luce del sole si spatafagna contro e poi torna indietro. L’orbita di IO dura 1,76 giorni che ci vuol dire che ci fai un fottio di compleanni e ti godi il prepensionamento anticipato prima che impari a dire Paracoccidioidomicosisproctitissarcomucosis (si, stava in fissa anche col metal Messicano che, levati…). La questione è che l’orbita non è sempre sempre uguale. Ogni tanto dura di più, ogni tanto di meno e questo non ci va mica bene, visto che si sapeva che i corpi celesti tengono sempre la stessa velocità. Ma perché c’è 'sta differenza, allora? Vuoi mica vedere che la differenza sta nella Salerno-Reggio Calabria di chilometri in più che ti deve fare la luce del sole per tornare sulla terra dopo che è sbattuto su IO? Eccerto che Rømer c’ha preso giusto e ci fa il conto che metro più metro meno la luce ti viaggia a 299.792.458 metri al secondo, che per i mezzi dell’epoca era una tombolata di capocollo.
Don’t stop Ole now.
Che fine ha fatto Rømer? Nella vita ha concluso una carriolata di robe bislacche e di certo livello. Ha cercato di mettere su un sistema di misure basato su costanti astronomiche ma s’è fermato al “piede del Reno”, che corrisponde a… beh… circa… qualcosa come… Tipo un pugno di iarde e ottordici litri. Ha inventato la scala delle misure del Rømer ma era una scala del Rømer che poi ha chiuso baracca assieme a Blockbuster. E’ diventato capo della polizia di Copenhagen tipo Jim Gordon per Gotham City, e per chiamarci l’uomo pipistrello non ha mica inventato i lampioni a olio? Poi s’è ‘mbriacato ad un concerto dei Korpiklaani, ma a ‘sto punto finisce l’uomo e inizia la leggenda.
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OHHH
RispondiEliminafinalmente uno che spiega le cose difficili come si deve, specialmente a me che sono una capra XD
Scherzi a parte, voglio un nuovo episodio!
Stai tonno che arriverà il prossimo episodio su la velocità della luce in discesa, tachioni, scrocchioni, scrocchiazeppi, divani e babbani!
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